Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Saluto del compagno Ulisse a nome del CC del (nuovo)Partito Comunista Italiano all’iniziativa I giovani e il socialismo

 

16 febbraio 2020

 

Cari compagni,

ringrazio i compagni del P.CARC che mi danno la possibilità di dire a ognuno di voi personalmente quello che alcune settimane fa il mio Partito con un Comunicato diffuso a livello nazionale ha detto a migliaia di giovani: non perdete tempo a imparare mestieri che probabilmente non avrete neanche la possibilità di fare se non cambiate il corso delle cose! Imparate a fare la rivoluzione socialista!

La rivoluzione socialista non cade dal cielo, la costruiamo noi giorno dopo giorno. Dobbiamo approfittare di ogni appiglio per unirci nel comune obiettivo di instaurare il socialismo. Il documentario di Francesco Munzi parla di un periodo effettivamente ricco di insegnamenti, ma finito male. Chi vuole profittare degli insegnamenti e non ripetere gli errori, li trova sintetizzati nell’articolo Autunno Caldo e ruolo dei comunisti. Ma il socialismo è un’altra cosa. È una cosa grande e nello stesso semplice. Si riassume in tre cose: il potere nelle mani dei lavoratori organizzati invece che come oggi nelle mani di chi ha i soldi; le aziende che come agenzie pubbliche gestite secondo un piano nazionale producono i beni e servizi necessari alla popolazione italiana e ai rapporti con gli altri paesi mentre oggi esistono per arricchire i ricchi; tutte le risorse del paese impiegate senza riserve per la formazione delle nuove generazioni e per il benessere materiale e spirituale della popolazione. Oggi ci sono tutte le risorse per costruire una simile società. Il primo paese che lo farà, sarà di esempio anche alle masse popolari degli altri paesi perché in tutti i paesi ne hanno bisogno. Nessuno dei grandi problemi del nostro tempo possiamo risolverlo senza instaurare il socialismo. Abbiamo conoscenze e risorse immense, ma prevale la miseria, lo spreco, la distruzione dell’ambiente e l’oppressione delle donne, dei bambini, degli anziani e di tutte le parti più deboli della popolazione perché il potere è nelle mani di un pugno di ricchi, l’economia serve i loro interessi: per forza anche le idee, i sentimenti e i comportamenti degli individui sono condizionati da questo stato di cose.

Abbiamo tutto quello che occorre per cambiare il mondo, ma l’aspirazione e la buona volontà non bastano. Guardate dove sta andando a finire il governo del M5S e non è un caso. La rivoluzione socialista è un’impresa che ha le sue leggi. Bisogna impararle e applicarle. Dedicarsi a questo dà senso alla vita di ognuno di voi. Per secoli gli uomini hanno dovuto occuparsi principalmente di strappare alla natura di che vivere e proteggersi della intemperie. Questo non è più un problema, ce ne può essere in abbondanza per tutti. L’occupazione principale oggi è farla finita con il capitalismo.

Il nostro paese è già disseminato di migliaia di focolai di resistenza ai padroni e alle loro autorità. Bisogna unirli a formare la rete degli organi del nuovo potere. È anche quello di cui hanno bisogno. Bisogna rompere con la demoralizzazione e la sfiducia in noi stessi. La prima ondata della rivoluzione proletaria, quando avevamo costruito l’Unione Sovietica e gli altri paesi socialisti, si è esaurita perché non abbiamo risolto in modo giusto problemi che allora erano nuovi. Ma noi abbiamo imparato a risolverli, invece i capitalisti hanno ripiombato il mondo in una catastrofe senza via d’uscita.

 

 Il potere deve essere nelle mani di mille organismi operai e popolari connessi tra loro a livello nazionale. Non ci deve essere nessuna autorità sopra di loro. Tutti devono avere la possibilità di imparare, niente deve essere tenuto arbitrariamente segreto. Imparare a organizzare, imparare cosa occorre fare e disporre dei mezzi per farlo. Nessun divieto arbitrario deve essere tollerato. Tutte le risorse necessarie devono essere messe a disposizione per fare i lavori che occorrono. Basta privilegi e arbitri.

Voi giovani siete quelli che avete più da guadagnare e che avete più da imparare. Questa è la strada della rivoluzione socialista!

Scuotiamoci dall’inerzia e dalla rassegnazione. Non è la borghesia e il clero che sono forti. Siamo noi che siamo ancora disorganizzati, che non ci poniamo chiaramente l’obiettivo di costruire un paese socialista.

Il (nuovo)Partito comunista chiama i giovani a dedicarsi a questa impresa, come negli anni ’40 del secolo scorso il primo Partito comunista chiamò i giovani di allora alla Resistenza, per eliminare il nazifascismo e il sistema capitalista che lo aveva generato. Il (nuovo)PCI oggi vi chiama con piena coscienza dei limiti del vecchio PCI, a causa dei quali i Partigiani non portarono sino in fondo l’impresa che tanti giovani, operai, lavoratori e donne avevano condotto con eroica dedizione. Il Partito si appella a voi con piena coscienza dei motivi per cui essi non riuscirono a impedire che la borghesia e il clero cancellassero la vittoria della Resistenza.

Oggi, la situazione delle masse popolari non è meno grave di allora. La Repubblica Pontificia ha sostituito la sudditanza ai nazisti tedeschi alla quale era approdato il fascismo, con la sudditanza ai gruppi imperialisti USA e ai loro accoliti sionisti, il nostro paese è costellato di basi NATO e USA, il governo ufficiale ha al collo il cappio dell’Unione Europea e quello del Debito Pubblico e il nostro paese partecipa alle imprese terroristiche dei gruppi imperialisti USA, UE e sionisti oltre a essere coinvolto nello sfruttamento dei paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale. La disoccupazione, la povertà e il lavoro precario non sono sfortune e accidenti individuali: sono l’applicazione di una criminale guerra di sterminio non dichiarata scatenata dalla borghesia contro le masse popolari. Con questa guerra essa colpisce milioni di lavoratori, uomini e donne e voi giovani, per tenere alti i suoi profitti ed escludere le masse popolari dai benefici delle conquiste tecnologiche che accrescono la produttività del lavoro umano.

Nelle scuole e nelle università, borghesia e clero impongono di pensare secondo i loro schemi e la loro concezione del mondo. Il principio è questo: se ci riuscite, studiate per imparare un mestiere, ma anche nel più fortunato dei casi dovrete adeguarvi alla flessibilità, a salari da fame, orari insostenibili e ambienti lavorativi malsani, alla precarietà perenne, alla disoccupazione, all’emigrazione.

Giovani, combattete coraggiosamente questo infame destino cui vorrebbe piegarvi la borghesia!

Il nostro popolo ha bisogno di voi per liberarsi dalle catene dell’oppressione!

Questa è l’impresa più importante e urgente per il nostro paese.

Questa è l’opera a cui devono dedicare senza riserve le loro energie i figli più generosi del paese.

Osare è necessario, vincere è possibile!

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI